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La storia di Alibaba al suo quinto anniversario dell’avvio dell’operatività in Italia. Spunti di riflessione sul futuro dell’online business

Intervista a Rodrigo Cipriani Foresio, General Manager Alibaba Group e Country Manager Southern Europe, Alipay

Oggi, a cinque anni dall’apertura dell’ufficio italiano di Alibaba, parliamo dell’enorme successo della compagnia tecnologica fondata da Jack Ma nel 1999, che proprio nell’ultimo anno fiscale ha raggiunto il traguardo di 1 trilione di dollari di GMV (gross market value). Tra i numerosi business, Alibaba opera diversi marketplace online che mettono in contatto ogni giorno 10 milioni di aziende con oltre 700 milioni di clienti in Cina, e altri svariati milioni nel mondo.

Durante la chiacchierata, ripercorreremo il percorso professionale del manager fiorentino, a partire dall’incarico di guidare lo sbarco del Gruppo Alibaba in Italia e Sud Europa e come ha saputo trasformare le sfide iniziali in opportunità, costruendo ed espandendo il team locale.

Cipriani delineerà il ruolo di Alibaba come partner di fiducia a supporto del processo di trasformazione digitale ed internazionalizzazione delle aziende italiane, dai grandi marchi alle PMI.

In particolare, il podcast illustrerà le peculiarità e le funzioni delle varie piattaforme: dal marketplace B2C Tmall, rivolto ai consumatori cinesi e un importante polo d’attrazione per le imprese e i marchi Italiani che mirano ad allargare i confini dei propri affari nell’immenso mercato cinese; fino all’e-commerce B2B con la piattaforma Alibaba.com, che offre grandi opportunità alle aziende di distretti d’eccellenza (tra cui food&beverage, moda, cosmesi e meccanica) per connettersi e fare affari con i compratori e gli operatori professionali in oltre 190 paesi.

Inoltre, approfittiamo di questa magnifica testimonianza per ricavarne importanti spunti di riflessione sul futuro del business digitale. Soprattutto in un periodo storico come quello attuale, in cui le restrizioni legate al Covid-19 hanno fortemente impattato sul retail fisico, l’e-commerce si presenta come una efficace alternativa strategica.

Cipriani ci spiegherà, infine, anche i punti di forza della cultura aziendale orientale, estrapolando dei consigli utili per i giovani manager, imprenditori e consulenti italiani.

Concluderemo parlando del prossimo Global Shopping Festival 11.11 di Alibaba, con tutte le anticipazioni e le novità dell’edizione di quest’anno, durante una conversazione unica di cultura economico-finanziaria da non perdere.

 circa un anno fa #alibaba#anniversario#cina#cipriani#commercio#e-commerce#internazionalizzazione#on-line

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Buongiorno a tutti gli ascoltatori e benvenuti al podcast Inside Finance. Ho il piacere oggi di intervistare Rodrigo Cipriani, General Manager di Alibaba e Country Manager Alipay per il Sud Europa di Alibaba Group. Entrato in Alibaba Group nel 2015 con l’obiettivo di rappresentare l’ecosistema di Alibaba e di aiutare e sostenere le aziende e i brand del Sud Europa ad approdare sulle piattaforme e-commerce del gruppo,

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ha ricoperto dapprima il ruolo di Managing Director Italia, Spagna, Portogallo e Grecia e dal 2019 è General Manager Alibaba e Country Manager Alipay South Europe. Da giugno 2016 è anche consigliere della Camera di Commercio Italo-Cinese. Ha passato 20 anni nel gruppo Mediaset, con un intermezzo in cui ha lanciato con successo la startup DoubleClick, ricoprendo diversi ruoli in Publitalia e Mediaset.

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tra cui quello di amministratore delegato di Media Shopping. È stato inoltre presidente dell’Istituto Luce Cinecità. Ha conseguito la laurea in economia presso l’Università Bocconi ed è stato anche ufficiale di complemento della Marina Militar Italiana. Affronteremo oggi il tema della storia di Alibaba al suo quinto anniversario dell’avvio dell’operatività in Italia, con alcuni spunti di riflessione sul futuro dell’online business.

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Come breve introduzione di Alibaba, nel caso ce ne fosse bisogno, essendo uno dei marchi più noti al mondo nell’industria digitale, è stata fondata in Cina nel 1999 da Jack Ma e da un gruppo di collaboratori. È tra le principali compagnie tecnologiche del mondo, con un giro d’affari pari a un trilione di dollari registrato nell’anno fiscale 2020. Alibaba mette a disposizione l’infrastruttura tecnologica su cui si basa un ecosistema di

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di offrire prodotti e servizi globalmente in Cina, a un bacino di oltre 800 milioni di consumatori attivi. La missione ultima di Alibaba in un’ottica di globalizzazione è quella di Make it easy to do business anywhere, quindi consentire a tutti di fare business in modo semplice, ovunque. In Italia il gruppo ha l’obiettivo di connettere aziende e brand con le opportunità derivanti dall’espansione del mercato cinese. L’Italia è stato il primo paese dell’Europa continentale il cui gruppo ha aperto una controllata.

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Alibaba Italia operativa dal 25 ottobre 2015. La scelta risede sul fatto che qui si trovano i prodotti made in Italy, riconosciuti tra i migliori al mondo, specialmente per i segmenti dell’agroalimentare, moda e design. Attualmente circa 300 store italiani sono presenti su T-mall e T-mall Global e oltre mille brand italiani hanno una presenza sulle piattaforme Alibaba. Nel percorso di ridefinizione del commercio globale Alibaba ha introdotto il concetto di New Retail.

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che vede l’e-commerce e il retail fisico funzionare all’unisono, con l’obiettivo di creare un più profondo brand engagement e una migliore esperienza di acquisto. Quello che potrebbe sembrare un modello futuristico è già una realtà in Cina. L’ecosistema è composto principalmente da T-Mall e T-Mall Global, piattaforme B2C che permettono la vendita dei prodotti ai consumatori cinesi. Per essere su T-Mall è necessaria avere la legal identity cinese. T-Mall Global invece?

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permette anche alle aziende senza la legal identity cinese e che non hanno presenza fisica in Cina di vendere online. Alibaba.com è il marketplace all’ingrosso leader nel mondo. I suoi acquirenti sono agenti di commercio, grossisti, dettaglianti, produttori e PMI impegnate nell’import export. Alipay è la soluzione di pagamento leader a livello mondiale, gestita da Ant Financial Services Group.

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Alibaba Cloud, il più grande fornitore cinese di servizi di public cloud nel 2016 per fatturato, secondo dati IDC, offre servizi di cloud computing alle aziende di tutto il mondo ed è partner ufficiale dei servizi cloud del comitato olimpico internazionale. Alib Express, marketplace retail internazionale che permette ad acquirenti di tutto il mondo di acquistare prodotti di venditori cinesi e internazionali, tra i suoi mercati principali, Russia, Brasile e Spagna.

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Per ultimo che citiamo Fliggy, precedentemente conosciuta come Ali Trip, una piattaforma di servizi di viaggio che offre consumatori cinesi un’ampia gamma di prodotti e servizi tra cui biglietti per voglia aerei, treni, prenotazioni, hotel, macchetti vacanze e biglietti per attrazioni turistiche. Benvenuto quindi a Rodrigo Cipriani e grazie della tua partecipazione. Iniziamo subito con la prima domanda Rodrigo. Come è iniziata la tua storia in Alibaba?

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cosa ha suscitato in te l’interesse della sfida dell’avvio in Italia? Buongiorno a tutti e grazie dell’invito. Proprio in questi giorni stiamo per celebrare i cinque anni dall’apertura dell’ufficio italiano di Alibaba. Ci tengo molto a ricordare che l’ufficio italiano di Alibaba è stato il primo degli uffici europei aperti.

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quando quasi 5 anni fa, Le Baba ha deciso un processo di inte quindi di aprire una serie di uffici in tutto il mondo per aiutare le piccole, medie e grandi brand ad approdare sulle nostre piattaforme in Cina. Io ho avuto l’onore, come accennavi tu, 5 anni fa di aprire l’ufficio in Italia, ho fatto 12 interviste, quindi non è stato facile, e il 25 ottobre del 2015 proprio venne in Italia

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in una serata, in un incontro con dodici imprenditori italiani, demo il via all’opertura dell’ufficio qua. Fu una promessa che Jack Mawa ha fatto anche al nostro ex Primo Ministro Renzi di essere il primo paese in Europa per aprire l’ufficio, in quanto la richiesta, il prestigio dei brand, dei prodotti italiani del Made in Italy erano e sono molto ricercati in Cina. Ecco, quindi abbiamo aperto l’ufficio in Italia con tre mission, avevamo.

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portare i migliori brand italiani in Cina. La seconda mission era quella di sviluppare l’ecosistema di Alibaba nei nostri territori e penso in particolare al sistema di pagamento Alipay che favorisce i turisti cinesi quando vengono in Italia. E la terza mission era anche spiegare cosa fosse Alibaba, il suo ecosistema, la sua filosofia e la propria mission. Ecco questo è nato cinque anni fa.

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Grazie Rodrigo e complimenti, ma ti voglio chiedere quali sono stati i primi passaggi e le principali sfide nell’entrare nel mercato italiano? Sicuramente Alibaba, pur essendo una azienda giovane, già nel 2015 era un colosso, era stata quotata alla borsa di New York nel 2014 risultando la più grossa IPO del Nasdaq e quindi

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era già molto conosciuta, ma chiaramente non era conosciuta soprattutto nei paesi occidentali tra cui l’Italia, non era conosciuta, sì era conosciuto Jack Ma, ma non era conosciuta quelle sono le opportunità che noi potevamo offrire. Quindi soprattutto nella fase iniziale io mi sono concentrato, insieme al mio team ovviamente, a appunto selezionare i migliori prodotti possibili sul mercato italiano, quindi ci siamo concentrati soprattutto sulle famose tre F, Fashion, Furniture e Food, che sono

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il simbolo dell’Italia e siamo andati in giro incontrando centinaia di imprenditori, manager, facendo convegni, congressi a spiegare cosa fosse Alibaba, che era totalmente sconosciuta, perché Alibaba era conosciuto Jack Ma, era conosciuta l’IPO. Abbiamo anche avuto, e non posso non negarlo, molti problemi nella fase iniziale, soprattutto sul settore fashion in cui

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spesso e volentieri equiparavano Alibaba con prodotti fake venduti in Cina, quindi abbiamo fatto anche un lavoro anche a livello istituzionale, abbiamo siglato accordo con il Ministero dello sviluppo economico per proteggere i nostri brand, abbiamo concluso un EMO-U con il Ministero della Ricoltura italiana per proteggere ad oggi più di 24 brand del food in Cina. Proteggere significa che se abbiamo delle contestazioni da parte di qualsiasi consumatore

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che dice che vengono venduti prodotti falsi da qualcun altro, noi facciamo il take down dello store. Quindi abbiamo fatto un lavoro di cultura, spiegare a Alibaba quali erano i vantaggi e le opportunità per le aziende italiane e chiaramente poi ci siamo concentrati principalmente sul meglio che l’Italia poteva offrire alla Cina e senza dubbio le due categorie principali inizialmente sono stato il fashion, il lusso, la cosmetica e in terzo quarto anno un pochino più sul food. Chiaramente il food.

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ha bisogno di più tempo, c’è un’educazione alimentare che l’abbiamo diversa rispetto alla Cina e quindi questa è una seconda fase, ma senza dubbio la fase numero uno è stata caratterizzata dal mondo fashion.

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Grazie Rodrigo, ma quindi se non sbaglio all’inizio siete partiti con Tmall, il famoso gateway to China, ma a chi si rivolge la piattaforma B2C e quali sono oggi brand italiani presenti? Ecco, esatto, grazie per la domanda e ci tengo anche per fare una precisazione importante per spiegare Alibaba. Alibaba tanto si definisce una data technology company, questa definizione di Alibaba noi siamo una data technology company.

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e soprattutto siamo un marketplace. Cosa significa? Il marketplace significa che quando un’azienda decide di aprire un proprio store sulle nostre piattaforme che possono essere molteplici come avete citato all’inizio, possono essere B2C, Tmall e Tmoglobal, B2B, Alevao.com o C2C, Taobao, la più grossa piattaforma che abbiamo oggi in Cina si chiama Taobao. Però quando un’azienda, e oggi sono più di 10 milioni le aziende che hanno aperto un proprio vetrina digitale sulle nostre piattaforme,

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l’azienda stessa che è proprietaria dello store e di tutte le decisioni che ne conseguono, intendo decisioni commerciali di marketing, di promozione, di logistica, cioè lo store è di proprietà dell’azienda. La McKinsey che tutti noi ben conosciamo ha definito T-Mall il luogo migliore preferito dove far crescere il proprio brand in Cina. Ecco ci tenevo molto a sottolineare questo perché questo è stato un punto molto importante.

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e soprattutto permette alle aziende, come dicevo prima, di creare il proprio brand in Cina, quando entri sulle nostre piattaforme e team all, ti permette di creare il brand, di prendere le decisioni, di decidere tu i prezzi, quindi non c’è nessuno che ti obbliga a fare delle operazioni. Alibaba è uno strumento che ti facilita e ti dà la possibilità di entrare in contatto tramite le nostre piattaforme a più di 900 milioni di clienti. Prendiamo una commissione sul venduto.

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Il successo di Alibaba è il successo dei nostri merchants. Come è stata accennata la mission di Alibaba nata nel 1999 era make it easy to do business anywhere, poche parole, aiutare le piccole e medie imprese a fare business ovunque e questa mission oggi che siamo diventati una delle più grosse aziende al mondo è rimasta tale quale, aiutare i merchant, facilitare i merchant ad entrare in contatto con i nostri consumatori.

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Ti volevo chiedere, ma all’interno delle facilitazioni, oltre a offrire il supporto tecnologico per unire domande e offerta, se non sbaglio offrite anche un servizio di consulenza nel marketing all’interno della piattaforma per aiutare le imprese a essere più visibili, a dialogare con partner internazionali? All’interno dell’ecosistema di Alibaba abbiamo un’azienda che si chiama Alimama, che è una nostra web-agency interna che permette alle aziende di poter…

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acquistare comunicazione e pubblicità sulla nostra piattaforma. E sempre all’interno dell’ecosistema di Alibaba abbiamo Weibo, il Twitter cinese, Youco, il YouTube cinese. In poche parole noi siamo anche un e-commerce social network, e questo è molto importante nella cultura cinese. Il consumatore cinese, rispetto al consumatore occidentale, vuole conoscere, ha setato di informazioni. Quindi tutte le informazioni, le comunicazioni, vuol giocare.

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Tenete conto che mediamente noi abbiamo più di 300 milioni che giornalmente entrano sulla nostra piattaforme, ma ci stanno mediamente 22 minuti. Noi siamo abituati un pochettino più a entrare, a comprare, a cliccare, ci stufiamo di leggere tutto. Invece il consumatore cinese entra in nostre piattaforme per informarsi, giocare, chatare, commentare. Ecco, c’è un approccio un po’ diverso, un approccio più social network. Tenete conto che Taobao, che citavo prima, è la piattaforma più grossa.

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in Cina, quindi senza dubbio al mondo, vuol dire caccia al tesoro. C’è sempre un aspetto ludico di informazione nelle nostre piattaforme ed il successo invece di questi ultimi mesi è il cosiddetto live streaming. Ci sono fior di opinion leader, noi li chiamiamo QOHL, qui opinion leader, sono dei ragazzi giovani esperti di food, di fashion, di abbigliamento che tramite le nostre piattaforme comunicano a milioni di consumatori cinesi.

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mostrando il prodotto, come si usa, come si consuma e stanno avendo un grandissimo successo. Quindi è sempre un mix informazione, gioco, conoscenza dei prodotti. Come dicevo prima, chiaramente abbiamo delle società che supportano le aziende italiane che vogliono andare là. I siti in Cina sono ovviamente in cinesi, quindi è molto importante anche che le varie aziende che si approcciano alla nostra piattaforma non li aiutiamo a individuare dei partner, si chiamano in gergo tecnico.

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Team All Partner, sono delle web agency che peraltro ci sono anche in Italia e in occidente che aiutano le aziende a gestire l’e-commerce. Qua ti aiutano a gestire l’attività giornaliera sulla piattaforma, ti aiutano a fare comunicazione, ti aiutano a portare follower sul sito. La cosa più importante di tutto è creare traffico sul proprio sito. Alibaba è una grandissima opportunità, 900 milioni di consumatori.

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300 milioni tutti i giorni accedono sulle nostre piattaforme, ma c’è un punto. Dall’altra parte abbiamo miliardi di prodotti, sulle nostre piattaforme ci sono 2 miliardi di prodotti. Quindi la domanda a Clu, che è un imprenditore, un manager, se deve fare, è come faccio a far trovare il mio prodotto particolare, esclusivo al consumatore finale. Questa è la grande sfida. È una grande opportunità, però è un mercato molto grande, ma pieno anche di tantissimi

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Quindi, se ho ben capito, la consulenza probabilmente si rivolge più alle piccole e medie imprese, mentre magari i grandi brand hanno il loro ufficio marketing che può coordinarsi con voi. Ma ti va di citare qualche marchio importante per far capire che la piattaforma non è solo dedicata alle piccole e medie imprese, ma è anche utilizzata dai grandi brand in modo

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Tenete conto che in questi cinque anni abbiamo portato su Tmall e Tmall Global, e c’è anche una piccola differenza, su Tmall, per andare su Tmall devi fare l’importazione diretta, quindi devi avere una legal identity in Cina, mentre cinque anni fa abbiamo creato un altro store che si chiama Tmall Global, che è nella pancia di Tmall, che permette di utilizzare il sistema cross-border, cioè posso vendere la mia merce, i miei prodotti anche…

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spedendoli direttamente da Roma, non ho necessità di aprire una legale identità in Cina, non ho necessità di avere un magazzino in Cina. Questo è stato molto utile soprattutto per tutti i prodotti della cosmetica, che per importare un prodotto di cosmetica in Cina anche per grandi marchie come Shiseido e L’Oreal ci mettono anni, invece questo ha facilitato l’arrivo dei prodotti di cosmetica. Quindi queste sono le due prime differenze tra Tmall e Tmall Global. Tenedete conto che il 90% delle entrate su Tmall e Tmall Global e gli acquisti vengono da mobile, quindi da un’applicazione.

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e Tmall Global è dentro Tmall. Il consumatore cinese riconosce che un’azienda è su Tmall Global da un colore e soprattutto se sei su Tmall Global, sei agli occhi del consumatore cinese, riconosce che tu sei un prodotto internazionale. Ecco, quindi queste sono le due aree per la Cina, per le aziende italiane. Abbiamo portato più di 500 aziende, come dicevo prima principalmente nel fashion.

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siamo partiti da Armani, è stato il primo store aperto su nostra piattaforma, oggi Armani ha 8 store su T-Mall, c’è Giorgio Armani Collezione, Giorgio Armani Beauty, Giorgio Armani Jewelry, Giorgio Armani Watches, per dire Armani, ma poi voglio ricordare che anche in questi ultimi mesi di lockdown, marchi come Prada, Ferragamo, Bottega Veneta, hanno raggiunto le nostre piattaforme. Il Fashion…

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praticamente tutto è presente quasi completamente. Abbiamo creato anche uno spazio dedicato per le aziende di fashion che si chiama Luxury Pavilion all’interno di T-Mall, motale da dare anche un ambiente più protetto. La cosmetica, la cittavo prima, è stata molto importante, ci sono aziende come Kiko, Winess,

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sono moltissime aziende di cosmetica che hanno raggiunto o aziende farmaceutiche, Menarini mi viene in mente, Menarini che è un grosso colosso italiano, oppure aziende del food, Lavazza, Illi, Kimbo per quanto riguarda il caffè, Granarolo per il latte, cioè in ogni categoria abbiamo le eccellenze. Nel mondo dell’abbigliamento, delle scarpe geox,

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di tutto e di più e continuiamo a un ritmo serrato perché riteniamo che sia un’opportunità.

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Grazie Rodrigo, ti volevo chiedere se ho ben capito è tutto partito dai settori di eccellenza, le tre F che citavi, food, fashion e furniture. Mi sembra di aver capito che vi siete espansi bene anche sulla cosmesi e in tutti i settori che hai citato, ma mi chiedo, c’è a tuo parere qualche settore che ha potenziale oggi in Italia che ancora non è sfruttato? Anche perché i nostri ascoltatori in caso…

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possono entrare in contatto con voi, se gradiscono, se avete magari qualche visione specifica su un settore. Ti ringrazio della domanda, perché io sono da Fiorentino, che sono trepiantato a Milano tanti anni, ma sono Fiorentino e so molto bene che l’Italia è il primo produttore al mondo di vino. L’Italia è il primo produttore esportatore negli Stati Uniti di vino, ma il vino italiano in Cina ancora oggi non è presente.

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come dovrebbe essere presente. Il mercato del vino in Cina già vale circa 8-10 miliardi di dollari e già ci sono moltissimi vini cinesi che hanno utilizzato tecnologie anche italiane, enologi italiani, vitigni italiani, vitigni europei, ma il vino internazionale che la fa da padrone è il vino francese, vino cileno, australiano e a me piange il cuore perché so…

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quanto produzione abbiamo, quante eccellenze abbiamo. Ecco, quindi senza dubbio l’area del vino è un’area di futuro sviluppo. Chiaramente i miei colleghi cinesi mi hanno chiesto il vino italiano va creato un brand, bisogna creare un brand, bisogna creare della comunicazione. I francesi onestamente hanno fatto questa attività già da 15-20 anni e si sono accaparrati gran parte del mercato. Il consumatore cinese che voglio ricordare è molto giovane, abbiamo detto tante volte oggi che abbiamo 800 milioni di clienti.

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pensate che l’80% ha meno di 35 anni, quindi sono consumatori giovani interessati ai nuovi prodotti e sono anche molto interessati al vino, iniziano a testare il vino, forse non hanno ancora la capacità di distinguere un vino da 100 euro o un vino da 5 euro, ma è un fenomeno in grandissima crescita, aiutato e spinto dal governo cinese, i cinesi abitualmente bevano questo Mu Tai che è 55 gradi.

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bere il vino, intanto fa ammene e quindi io penso che il vino italiano c’abbia un grandissimo spazio. Oggi sulla nostra piattaforma abbiamo qualche azienda di vino, abbiamo un’azienda multi brand che è il vino 75, una piccola azienda fiorentina che vende una cinquantina di tichette italiane, ma senza dubbio si può fare molto molto di più, anche perché i nostri colleghi francesi lo fanno e si sono accapparrati mercati.

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Grazie Rodrigo, se ho ben capito il settore del vino lo riferisci maggiormente al B2C, immagino da come l’hai descritto. E quindi farei un passaggio, se sei d’accordo, su walibaba.com. Se non sbaglio è cambiato anche lo slogan da Gateway to China a Gateway to the World.

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Quindi ti volevo chiedere come funziona questa piattaforma e quali sono le opportunità che è in grado di offrire alle aziende italiane? Giustissimo, all’inizio noi ci siamo concentrati molto per portare brand in Cina, quindi B2C, quindi Tmall e Tmall Global. Invece da un anno nello sviluppo dell’ecosistema locale in Italia, l’Italia è stato il primo paese in Europa ad avere un team dedicato ad Alibaba.com. Cos’è Alibaba.com? Alibaba.com è una piattaforma B2B.

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la prima che è nata nel 1999 in Cina, una piattaforma B2B quindi che mette in contatto aziende che vogliono vendere i propri prodotti ad altre aziende, tenete conto che oggi noi, la piattaforma Aleva.com opera in 190 paesi del mondo, abbiamo 20 milioni di buyer, mybuyer non sono in Cina ma sono in tutto il mondo, principalmente Stati Uniti, Canada, Brasile,

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Immaginate come fosse una grandissima fiera permanente aperta 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno, parentesi, oggi come oggi forse le fiere insieme agli alberghi e al turismo sono le cose più colpite da questa pandemia che ci sta distruggendo. È un doppio servizio che facciamo, noi la definiamo alle VAR.com una fiera digitale permanente.

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Quindi diamo la possibilità ad aziende anche medio piccole, soprattutto medio piccole, di entrare con uno store, gestendolo dall’Italia, non c’è bisogno di andare in Cina, la piattaforma è anche in lingua italiana, è in 18 lingue, anche in lingua italiana. Si può molto facilmente gestire da casa, dal proprio ufficio con un export manager e si entra in contatto in questo mondo dove ci sono tantissimi buyer.

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il mondo lanciano una media di 300 mila richieste di prodotti, dal cemento ai pistacchi alle pompe idrauliche. Altro giorno c’è stata un’azienda di Rieti che ha venduto venti pompe idrauliche in Uruguay, o un’azienda Vigentina che ha venduto un container di grissini in Bangladesh. Quindi anche qui non è la soluzione a tutti i problemi, alle fiere che sono chiuse di qua di là.

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ma senza dubbio un’opportunità in più che noi diamo alle aziende italiane, e ripeto siamo l’unico paese al mondo insieme agli Stati Uniti, l’unico paese in Europa ad avere un team locale vicino alle aziende italiane per entrare su questa piattaforma. E mi permetto di dare anche un altro dato, in questi mesi di lockdown quasi 100 aziende al mese hanno aperto il loro store su alemaba.com.

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generando moltissimi casi di successo, ripeto con un investimento relativo, modesto, che si può gestire tranquillamente dalla propria casa. Anche in questo caso qui abbiamo dei partner, delle aziende marketing che aiutano a navigare all’interno della piattaforma, ad attrarre buyer e a fare delle offerte. Come tutte le cose quando apro un negozio, un questo sia, devo fare poi un po’ di comunicazione. Però per me è una grandissima opportunità sia perché abbiamo un team locale, sia perché stiamo sviluppando Alibaba.com.

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dei partner di tutta eccellenza, cioè UniCredit che ci sta aiutando a reclusare aziende, Italia Online con Fartigianato, cioè grossi partner che stanno collaborando con noi per portare aziende italiane. Ho un obiettivo che ci ha dato il grande capo in Cina è portare 10.000 aziende italiane nei prossimi cinque anni su Alibaba.

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Speriamo che con il nostro contributo riusciremo ad aiutarvi un po’ e a diffondere questa cultura e questa importante opportunità.

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Ti volevo chiedere, Rodrigo, mi chiedo se ho ben capito, non conosco bene la piattaforma, anzi ben venga conoscere la fonda insieme agli ascoltatori, ma voi non vi limitate a mettere in contatto domande offerte, poi tutta la procedura logistica al rapporto tra fornitore e cliente. Mi chiedo, c’è qualche metodologia che applicate per evitare il rischio frode o qualcosa di questo tipo?

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Come ho detto prima, Alibaba è un marketplace, quindi lo mettiamo in contatto. Poi ogni azienda provvede direttamente o con dei nostri aiuti. Alibaba è proprietaria di un centro di logistica molto grande che si chiama Chinao, soprattutto per la consegna dell’ultimo miglio. Tenete conto che noi mediamente facciamo 80 milioni di consegne al giorno. E’ un numero impressionante perché serve il rapporto con le poste italiane che fanno circa 150 milioni di consegne all’anno.

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e se arriviamo in alcune date che tra l’altro siamo alle soglie, il famoso single day che è il nostro giorno più importante di vendita, l’anno scorso abbiamo consegnato il 12-13 novembre del 2018 più di un miliardo e 100 milioni di pacchi. Mamma mia, complimenti! Corando al discorso off-road assolutamente sì, c’è tutto un sistema di sicurezza, se il cliente non è soddisfatto del prodotto lo può restituire, poi per quanto riguarda il B2B

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invece c’è anche la possibilità di usufruire di un’assicurazione. Grazie Rodrigo, ma ti volevo chiedere qual è il ruolo oggi di Alibaba nel mercato italiano e a questo punto visto che siamo all’anniversario dei 5 anni ti volevo chiedere i risultati raggiunti soprattutto considerando questo un anno molto particolare, se non sbaglio i dati che hai citato di quest’anno erano a livello globale, quindi ti volevo chiedere la situazione in Italia in questo anno in particolare e negli ultimi 5.

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Come detto, la nostra attività era appunto, abbiamo una dubblica attività, una mission, portare i migliori brand in Cina, ci siamo riusciti, oggi ci sono più di 500 aziende italiane che hanno il loro flagship store sulle nostre piattaforme, abbiamo aperto alibaba.com in Italia, oggi ci sono circa mille aziende italiane su alibaba.com, abbiamo un’altra opportunità per le aziende italiane che è AliExpress, che è un sito che vende prodotti

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in Italia e in Spagna, perché ho anche l’onore di seguire la Spagna. Abbiamo creato due team locali, Aliexpress Spagna e Aliexpress Italia, per poter permettere alle aziende spagnole e italiane di accedere alla piattaforma di Aliexpress, che è un’altra piattaforma che ha 80 milioni di clienti, e vendere i propri prodotti italiani e spagnoli in tutta Europa e soprattutto in Russia, dove è il mercato più grosso. Anche qui ci sono circa un migliaio di aziende tra italiane e spagnole sulla piattaforma. Quindi, diamo opportunità, purtroppo, io non posso comunicare i dati.

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a livello locale, i dati di Alibaba, un’azienda quotata in borsa, sono soltanto a livello globale, le citati tu, l’anno scorso è stato raggiunto un trillion di dollari di giro d’affari, quindi l’obiettivo uno era e rimane aiutare le aziende italiane prima di andare in Cina, infatti chiamavamo gate to China e come hai detto tu bene adesso si chiama gate to the world, ci andiamo l’opportunità a vendere in tutto il mondo. Dall’altra parte voglio citare anche la diffusione di Alipay, il sistema di pagamento.

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permette turisti cinesi oggi che non possono chiaramente viaggiare, tenete conto però che l’anno scorso 3 milioni e mezzo di turisti cinesi sono arrivati in Italia, gli cinesi adorano l’Italia, il sogno della loro vita è fare una settimana di vacanza in Italia. Alipay è una piattaforma di pagamento e se mi permetti di definire la vera killer application di Alibaba, perché non voglio entrare in paragoni con Amazon o con altre piattaforme, ma Alipay…

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tutte le transazioni all’interno dell’ecosistema di Alibaba e non solo sono fatte con Alipay. E Alipay è stata anche, perché la killer application? Perché all’inizio il compratore non si fidava di comprare un prodotto da un supplier che non conosceva e per di più gli veniva consegnato da una terza persona. Ecco, Alipay si è messa di mezzo, garantiva buyer e supplier, anche dalle frodi che dicevi prima, quindi noi davamo i soldi.

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al supplier una volta che il consumatore finale aveva comprato e gli era piaciuto il prodotto. Esatto, tutto questo meccanismo qui ha fatto sì che oggi Alipay è un’applicazione sul cellulare che ha un miliardo e duecento milioni di persone che udono Alipay senza avere una banca, senza avere uno sportello. È un modello, noi non lo definiamo più un sistema di pagamento, ma la definiamo una super app. È un marketing tool che ci permette a…

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mandare gente, consumatori cinesi nel particolare quando arrivano in Italia o in Spagna o a Parigi nei negozi, quindi è diventato un marketing tool. Questo è una cosa molto particolare, nuova, c’è da 2004 in Cina che conta 1 miliardo e 200 milioni di consumatori.

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Ti volevo chiedere, non so se ce lo puoi dire, se è un progetto, se è già qualcosa di attuale, c’è qualche strategia, qualche modalità oggi per finanziare il commercio all’ingrosso e al dettaglio? Perché visto il passaggio dei sistemi di pagamento il salto è abbastanza, penso, collegato, non so. No, io posso dirti che noi lavoriamo da 15 anni, ho avuto l’opportunità di lavorare molto a stretto contatto sia col governo italiano, sia con l’istituzione italiano, penso all’ICE.

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che con noi ha realizzato per esempio un padiglione che si chiama HelloHitta su Tmall e Tmall Global e finanzia promuovendo dando pubblicità il Made in Italy su Tmall e Tmall Global. E Vincenzo ti assicuro che questo padiglione che si chiama HelloHitta è l’unico padiglione al mondo che un paese ha, permanente.

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finanziato da un governo, in questo caso il governo italiano. Siamo molto orgoglioso e proud di questa cosa qui. Per altro, padiglione che sarà ripetuto anche su alivava.com. Questo è un aiuto, un piccolo ma importante aiuto anche per aziende medio piccole italiane per mandare traffico, conoscenza dei prodotti italiani. Ti faccio un esempio. Prima abbiamo parlato del vino che è un mio crucio, un altro mio crucio è l’olio, l’olio d’oliva dove l’Italia e Spagna sono i più grossi produttori al mondo. Ecco.

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Due anni fa quando ho cercato di portare le prime aziende di olio e di oliva in Cina, dicevano, ah ma l’olio per la cura della pelle, per i capelli, no, no, non ci siamo. Non è questo. Anche in Cina c’è tutto questo fenomeno di mangiare sano, di qua di là, però cucinano molto, usano l’olio per cucinare di qua di là. Però un anno fa mi hanno chiesto, no ma tu mi avevi parlato di olio e di oliva, ci interessa molto, ci puoi indicare qualche azienda. Noi abbiamo trovato una media piccola azienda del sud Italia.

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posso dire anche il nome perché è un nostro partner, l’olio Clemente, che nel giro di un anno ha venduto più di un milione di bottiglie d’olio in Cina. Così, proprio giusto per partire. Quindi tutto sta cambiando in Cina, è tutto molto veloce, è molto importante avere il sostegno istituzionale. Lì ce lo sta facendo molto bene. Dicevo prima il vino ci siamo per adesso fatti soffiare dai francesi. Gli italiani un po’ arrivano tardi, ma poi quando arrivano vincono.

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Grazie Rodrigo, mi sembra che sia accesa un’altra lampadina, nel senso oltre che essere un’ottima opportunità per i produttori di vino, insomma hai citato anche il segmento dell’olio di oliva e quindi insomma ben venga per gli ascoltatori cogliere questa opportunità.

33:37

Ti volevo chiedere, Rodrigo, penso che sia una curiosità di molti che non conoscono così bene la piattaforma. Qual è la sostanziale differenza con Amazon? La sostanziale differenza è quello che ho detto un po’ all’inizio. Alibaba è un marketplace. Compito nostro è mettere in contatto compratori e venditore, ma il supplier, l’azienda che apre il proprio store è lei proprietaria dello store e di tutte le decisioni inerenti all’attività giornaliera dello store. Amazon?

34:06

si definiscono loro, sono più che altro un retailer, quindi comprano e vendono merce. Molto chiaro, perfetto, grazie, non lo sapevo e quindi ben venga. È un po’ la grande differenza esatto. Grazie.

34:21

Senti, ti volevo chiedere, passando al futuro, quali sono i tuoi auspici nel medio e breve termine e se vedi degli altri settori per caso che possano avere dei benefici dall’espansione del commercio elettronico? Senza dubbio noi continueremo a concentrare sul Made in Italy. Come dicevo prima, il Made in Italy è più che mai ricercato, interessato, ci siamo concentrati sulle grandi F, Fashion, Furniture.

34:50

secondo me tutto il mondo dell’aredamento. Abbiamo aperto un anno fa il primo store importante italiano Cartel che ha avuto un ottimo successo. Cioè il settore dell’aredamento, della casa, dei prodotti per i bambini e i cinesi tengono moltissimo tutti i prodotti per i bambini piccoli, non si fidano dei prodotti cinesi, vogliono prodotti occidentali. Quindi su me c’è tantissimo a fare, oppure mi viene in mente tutto il settore health and supplement. Penso Enerviti ha aperto una store da noi.

35:18

sono molte settori e poi anche tante micro categorie più piccoline, c’è molta fame di prodotti occidentali e di prodotti di qualità. E poi mi ricordo sempre di dire una cosa, noi abbiamo 800 milioni di clienti, in Cina ci sono 950 milioni di persone che sono connesse a internet, ma ce ne sono altre 600 milioni che non sono connesse in internet. Proprio la Cina stessa ha già dichiarato che puntrà molto allo sviluppo dei consumi interne. Oggi le città in Cina sono

35:45

so se lo sapete ma sono suddivise a gruppi, si chiama tier 1, Shanghai, Pechino, Anjou, tier 2, tier 3, tier 4, in funzione tier 1 hai tre aeroporti, tier 2 hai due aeroporte, una serie di linee. Peraltro c’è anche una classifica, i vari sindaci competono per passare dalla tier 3 a tier 2 perché se arrivi in tier 2 hai più aiuti del governo, qualcosa anche che potrebbe stimolare i nostri sindaci. Esatto, fare bene in modo tale che il governo ti aiuta di più.

36:12

Ecco, ma le città che stanno crescendo di più oggi in Cina sono le città terziarie, Tier 4, Tier 5. Vincenzo, in Cina la cosa che mi colpita sempre più di tutti, poi i grandi numeri di Alibaba sono da contestualizzare nella grande Cina, ma un numero che sempre mi sconvolge, che mi fa riflettere molto è questo. In Cina ci sono più di 220 città con più di un milione e mezzo di abitanti.

36:37

Negli Stati Uniti sono 17, in Europa sono 15. E oggi i tasti grossi di crescita non si riscontrono a Pekino, a Shanghai, ma nelle città, sinceramente, mi scuso, anche sconosciuto a me, ma che stanno nelle tier 4, città di 3-4 milioni di abitanti. E chiaramente è difficile anche per grossi gruppi internazionali coprirli con tutti i negozi fisici in questi posti così lontani. Quindi senza dubbio lo sviluppo dell’e-commerce. Io spesso dico è just the beginning, siamo quasi all’inizio sul mondo della Cina, perché c’è ancora…

37:06

40% della popolazione che non è connessa a internet sono la popolazione dove i tassi di crescita dell’economia cinese sono i più alti in questo momento. Quindi, insomma, c’è ancora tantissimo da fare. Ricordo anche una cosa, l’Italia è un paese esportatore, siamo il secondo paese esportatore in Europa dopo la Germania, ma in Cina noi esportiamo solo il 4%. L’Italia esporta più in Belgio, in Svizzera, che in Cina. Quindi c’è tanto da fare.

37:33

Il mio ruolo è un po’ di essere di ambasciatore, no? Io sono qui ad aiutare le aziende, quindi, insomma, abbiamo fatto tanto, ma insomma nei prossimi cinque anni c’è ancora da fare molto di più. Che belle notizie, caro Rodrigo, in un momento in cui, insomma, fatichiamo a sentire, insomma, cose così ispirative. Ti volevo chiedere, hai citato, insomma, questa prassi o comunque metodologia per stimolare i governi delle città, per formare meglio, che può essere

37:59

dividendo in distreti, insomma dare la possibilità di migliorare la gestione della città per poi ottenere maggiori benefici. Vedi nella prassi cinese qualche altro spunto che potrebbe essere utile per i policy maker italiani? Non so se lo sapete però la prima banconota circolare nel mondo è stata nell’808 in Cina. In Cina oggi non circola più. Ma a grado siano anche amanti del cash però.

38:28

tutte le nuove generazioni non ci sono più soldi, cioè tutti i pagamenti avvengono col mobile, col cellulare, questo porta innumerevoli vantaggi. Sinceramente quando vado io in Cina con carte di credito europee non le accettano, quindi questo chiaramente può avere senza dubbio dei vantaggi pratici, anche di altre finalità diciamo, però si può tranquillamente uscire in Cina senza portafoglio, basta il cellulare, questa è una cosa che su me ci deve ispirare le nuove generazioni verso queste direzioni.

39:01

Abbiamo sicuramente tanto da imparare, poi magari ti farò una domanda sulla cultura proprio nel business orientale, se ha qualcosa che può essere utile per noi occidentali. Ma entrando adesso nell’online, quindi staccandoci un attimo da Alibaba e andando un po’ più sulla tua percezione del prossimo futuro, ti voglio chiedere, online e offline, secondo te le aziende dovranno scegliere tra una delle due dimensioni o esiste una terza via?

39:31

Assolutamente esiste una terza via che già Alibaba percorre da un paio d’anni, il cosetto new retail. Non so, anche proprio notizia di questi ultimissimi giorni, Alibaba ha acquistato 426 supermercati da Oshan in Cina. Alibaba sta applicando una strategia di integrazione online-offline. Noi siamo certi che il mondo digitale crescerà, l’online crescerà, ma siamo altrettanto certi che i negozi continueranno a esistere, a sopravvivere.

40:00

di incontro e di visita delle persone. Senza dubbio i negozi fisici devono cambiare approccio, hanno bisogno anche i negozi digitalizzarsi. Cosa vuol dire? Quindi pensiamo in totale un’integrazione tra l’online e l’offline. Vedo su internet, vado a prenderlo fisicamente, lo provo fisicamente, poi il negoziante mi riconosce e magari mi piacciono i golf gialli, poi mi scrive un’email che c’è la promozione dei golf gialli dopo tre giorni. Quindi c’è questa integrazione.

40:27

totalmente già in atto in Cina, che noi chiamiamo New Retail, è l’integrazione tra online e offline. Al centro c’è sempre il consumatore, quindi è il consumatore che decide dove finalizzare l’ordine. Vedo qua e compro là, vado lì, provo lì e poi me lo ritrovo online. Chiaramente nei negozi fisici non c’è la possibilità di oggi di stockare tutta la merce che si può stockare digital. Quindi se vai in molti negozi, ci sono tre maglioni, tre colori, ma io posso magari vedere cliccando dei…

40:56

Totem che ci sono visto in Cina, posso cliccare e trovare 100 altri tipi, posso truccarmi, andare in un centro cosmetico in Cina, mi trucco al computer e poi decido quali potrei comprare. Cioè integrazione online offline e la dimostrazione che Alibaba non solo lo dice ma lo persegue è, uno, questo che è successo l’altro giorno che abbiamo acquistato 425 supermercati da Oshan con 150 mila dipendenti, ma già…

41:24

Da tre anni Alibaba ha aperto una propria catena di supermercati dove si chiamano Fresh Hippo dove vende tutti i prodotti food di altissima qualità. Alibaba è partner, in Italia forse gli interisti lo conoscono, noi siamo partner del gruppo Suning che ci hanno più di 10.000 negozi di elettronica. Alibaba è proprietario di 45 department store in Cina che si chiamano In Time per il fashion e via di seguito.

41:52

Quindi noi siamo i primi a credere nei negozi fisici, digitalizzati però.

41:59

Molto molto interessante, grazie Rodrigo. Ti volevo chiedere, continuiamo a parlare di prodotti, ma secondo te ci può essere uno sviluppo anche dell’utilizzo delle piattaforme e di tutto il suo potenziale anche nei servizi? Per esempio mi viene in mente il software, non so. In Cina senza dubbio sì, servizi tipo e-learning. In Cina fanno tantissime lezioni per imparare lingue straniere, tutto tramite software, tutto tramite digital.

42:27

Quindi insomma un grande cambiamento in atto che non so se sei d’accordo che la congiuntura attuale con tutte le sue ripercussioni negative magari possa essere un po’ un’accelerazione in quella in quella direzione. Condivido totalmente Vincenzo, hai detto la parola giusta, questa disgrazza c’è capitata addosso però senza dubbio c’ha un effetto, un’accelerazione verso la digitalizzazione.

42:53

interi negozi di brands, penso a Nike, Adidas, in tutto il mondo, negozi chiusi in tutto il mondo, eppure la gente continuava a comprare scarpe o comprava vino, i ristoranti erano chiusi ma il consumo di vino c’è stato. Quindi un’accelerazione verso la digitalizzazione, c’è chi si è trovato pronto, c’è chi non si è trovato pronto, torno al settore del vino, servirà un po’ da lezione di mettere un occhio di riguardo verso la parte digital. Tornando a dire che chiaramente la vita

43:22

speriamo presto torni presto a normale, la gente tornerà speriamo in giro a camminare, a visitare i negozi. Un altro messaggio positivo, vi permetto di dirlo, è questo, in Cina il Covid è un brutto ricordo. Io ho più di 100.000 colleghi che lavorano in Cina da un giò, vi posso dirvi che mentre nei primi mesi, marzo, aprile andavano in ufficio con la mascherina, ora è da un paio di mesi che girano tranquillamente anche senza mascherina, con i mezzi pubblici. La settimana scorsa c’è stata la Golden Week, purtroppo i cinesi non sono…

43:52

di venire in Europa, ma hanno viaggiato, 700 milioni di cinesi hanno viaggiato all’interno della Cina dieci giorni fa e non si sono riscontrati grandi casi. Dobbiamo anche guardare a loro come hanno sconfitto questa tremenda malattia che ci sta vinghiando oggi. Deve essere un esempio e soprattutto di ispirazione, perché lì è terminata questa cosa qui, è un brutto ricordo. Noi dobbiamo bisogna anche di cose positive in questo momento qua, mi permetto di dire che la Cina è un paio di miliardi di persone.

44:21

La medesima cosa è Hong Kong, Hong Kong è non avviata come la Cina, ma anche Hong Kong la situazione è molto migliorata. Grazie Rodrigo, abbiamo tutti un grande bisogno di buone notizie, energia e stimolo, quindi insomma ti ringrazio molto di questi messaggi così positivi.

44:42

Ma a questo punto mi sembra doveroso la domanda su cosa possiamo imparare dalla cultura aziendale orientale e quali secondo te sono le differenze e i punti di forza rispetto allo standard occidentale. Io quando ho iniziato questa avventura qua, proprio come una barzelletta c’era il mio collega inglese, il tedesco, il francese, poi io posso dirvi questo, che in questi cinque anni Rodrigo, ma il team di Rodrigo, il team italiano ha costruito dei rapporti con la

45:12

meglio di altri paesi, perché penso, avendo avuto l’opportuna di andare più di 35 volte in 4 anni in Cina, non di averli capiti che è difficile, perché comunque la lingua è diversa, però io penso che ci sono molte similitudini. Siamo un popolo flessibile, siamo un popolo come loro, commerciali, noi siamo abituati a cambiare le cose ogni 2 minuti, loro lo fanno ogni 30 secondi, commerciali. Un’altra cosa che ho sempre riflettuto su questo, loro

45:42

della loro cultura, la famiglia. Per loro la famiglia è molto importante, il patriarca e il nonno si radunano una volta l’anno, due volte l’anno, perché purtroppo ricordiamoci che i cinesi hanno sei giorni di vacanza l’anno, però la famiglia è importante e penso che l’Italia sia forse rimasto l’unico paese al mondo oggi dove la famiglia sia ancora un punto di riferimento. Insomma questi valori qua ci fanno comprendere meglio gli uni con gli altri.

46:10

Poi chiaramente la mentalità è diversa, c’è la difficoltà della lingua, la cultura è diversa. Io quello che provo a consigliare quando incontro i predatori è, per andare in Cina, grandissima opportunità ma bisogna conoscere il mercato. Il consumatore è giovane ed è diverso. Il consumatore è 25 anni, torna al vino, ma arriva nel vino nella bottiglia colorata, che può sembrare un orrore ai nostri produttori, però se vogliamo entrare in un mercato così dobbiamo conoscere il consumatore cinese.

46:38

Un altro esempio, permettimi, il consumatore cinese è grande mangiatore di biscotti, ma è impensabile che noi ci presentiamo col pacchetto da un chilo di biscotti dove la famiglia quando va bene ha un figlio, hanno le case piccole, non fanno colazione a casa. Mangiano i biscotti, ma devi fare la confezione da un biscotto che lo mettono nella borsa e partono. Quindi queste sono cose che succedono realmente, sono similitudini.

47:04

hanno un grande rispetto per l’Italia, per la cultura italiana, Marco Polo e Matteo Ricci, che tutti conoscono, ma anche Matteo Ricci, molto conosciuto, era un monaco di macerata che fu il primo che disegnò la mappa del mondo, con Alcino al centro, c’è una grande rispetto e cultura dell’Italia, siamo voluti bene.

47:25

Ma una curiosità, l’atteggiamento orientale è più orientato alla qualità della vita oppure come in occidente l’attività di business ha sempre una grande pressione? Lì lavorano. Lì siamo nella generazione 50-60 del dopoguerra in Italia. 30 anni fa i genitori di questa fortissima forza giovanile che oggi è nel paese cinese, i genitori hanno sofferto la fame.

47:52

c’è una spinta che viene proprio dai genitori di questi 30 anni, 35 anni, studiare di più, andare a una migliore università, a scegliere il lavoro migliore e lavorare più degli altri. Onestamente c’è grinta, fame, conoscenza per arrivare. Questo è diverso, onestamente rispetto all’Occidente, lì c’è una velocità di azione che forse c’erano i nostri genitori in quel tempo lì, una voglia di riscatto anche, siamo in pieno boom economico.

48:21

quest’anno la Cina cresce del 5-6% ma fino a 2-3 anni fa cresceva del 10% ed è spinto da queste giovani generazioni. I genitori di queste generazioni qui avevano una maglietta, loro hanno tre maglietta, ora c’hanno la macchina, le case cioè in pieno boom. Speriamo che questa voglia di fare torni anche insomma qui da noi. Senti ma proprio le ultime domande in chiusura, visto che parliamo insomma di nuove energie e anche insomma come si può dire di giovani

48:53

Ti volevo chiedere se dovessi avviare una nuova impresa digitale, sceglieresti l’Italia e per quale motivo? Io adesso lavoro full time con Alibaba come puoi capire e non ho un minuto libero, però ti ringrazio per la domanda. Però io ho due figli di cui uno ha 21 anni che proprio tre mesi fa ha aperto una sua prima azienda digitale in Italia. Quindi senza dubbio non dico che l’ho incentivato, l’ho spinto ma è partito. Non con tanti problemi, ci sono anche tutta una serie di incentivi.

49:22

per i giovani, per le start up e quindi spero di poter tornare fra un anno a due anni e vedere se ha da raccontarvi meglio se ha funzionato.

49:32

Veramente, ce l’auguriamo di cuore e che sia di esempio per tanti giovani. Ma proprio per questo ti volevo chiedere, hai dei suggerimenti specifici per i giovani manager, imprenditori, consulenti italiani? Cioè un messaggio positivo come è stata un po’ tutta l’impostazione di questa intervista per i giovani che probabilmente hanno un po’ di punti interrogativi al momento. Intanto di credere nelle proprie idee, di combattere, di avere una vision, perché…

49:58

Oggi il rischio di non avere più vision, di essere schiacciati anche da tutta questa paura che ci attenaglia. Per seguire i propri obiettivi, cercando di avere una vision. E poi, riferendomi al mercato cinese. Quando io andavo all’università, a scuola, tutti ci dicono dove imparare l’inglese, si dava per scontato anche 30 anni fa, ma il tedesco era la lingua del futuro, se sai il tedesco sicuramente trovi un lavoro come export manager. Oggi investamente se tu sai il cinese hai grandi vantaggi.

50:28

sia per lavorare in Cina, ma anche per aiutare le aziende occidentali a lavorare con la Cina. Ci sono tantissimi giovani di seconda generazione che hanno studiato nell’università italiana, molti lavorano anche per Alibaba in Italia e ti dico, insomma, hanno anche una marcia in più perché ci hanno quella doppia conoscenza, conoscenza della cultura cinese, della lingua italiana e della lingua cinese, quindi questo aiuta. Quindi posso dire un messaggio, io ci ho provato, mi sono più applicato a studiare la cultura che la lingua.

50:56

però se uno deve fare uno sforzo, il cinese, oggi poter imparare il cinese, ci sono anche molte scuole a Roma e a Milano, so, che lo insegnano, anche a licei, forse è qualcosa di inattuto in più da tenere in tasca.

51:13

Spero che i nostri giovani lo colgano. E a questo punto, giusto un flash finale, ti chiederei uno sguardo al prossimo Global Shopping Festival di Alibaba, giusto come chiusura. Sì, siamo alle soglie, siamo alle soglie dell’11.11. Sapete che il single day, i cinesi giocano molto sui numeri, 11.11.1111, anche tu lo inventò Jack Ma, dodici anni fa, questo è il dodicesimo single day, il tutto partiva da questo concetto qua.

51:42

Sono single, nessuno mi fa un regalo. Quindi chiediamo alle aziende di fare uno sconto, quindi io mi compro un prodotto. Ecco, 12 anni fa al single day parteciparono 28 aziende, quest’anno parteciparanno più di 250 mila aziende al single day. Si stima che saranno messi in vendita 2 milioni di prodotti completamente nuovi. I prodotti in vendita saranno decine, centinaia di milioni, ma 2 milioni di prodotti nuovi. L’Italia l’anno scorso è entrata nelle top…

52:10

10 country nel mondo per acquisto da parte dei cinesi di prodotti internazionali. Speriamo di ripetere questo, che l’Italia sia ancora tra i top 10. È una grande opportunità, è una grande festival dello shopping. In Cina c’è questa ripresa e il single day speriamo che la spinga ancora di più. Quindi, Carlo Rodrigo, siamo giunti al finale. Ovviamente mi sarebbe piaciuto approfondire molto di più, ma il nostro format scade dopo 60.

52:39

Io a questo punto ho tre ringraziamenti da fare. Il primo a te, Rodrigo, per la disponibilità e l’esperienza che ci hai potuto dedicare e tutti gli importanti spunti di riflessione e soprattutto l’energia che sei riuscito a dare in questo momento così importante. Il secondo grazie lo dedico a tutti gli ascoltatori che sono arrivati fino alla fine di questa

53:05

e in terzo grazie a tutti coloro che vorranno inviare una mail a segr nel caso avessero degli spunti per poter collaborare con Alibaba e faremo in qualche modo il nostro meglio per metterli in contatto con l’organizzazione, ricordando insomma i due flash o comunque le due opportunità che ci ha indicato Rodrigo nel settore del vino e dell’olio. A questo punto vi auguro un buon lavoro.

53:33

e arrivederci alla prossima puntata.

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